Descrizione
Con l’Unità d’Italia e le nuove regolamentazioni Siena inizia a prevedere aree di sviluppo urbano fuori le mura e progetti di risanamento dei quartieri più poveri. Nel 1866 viene redatto un vero e proprio Piano Regolatore che prevede l’edificazione a carattere popolare della zona fuori Porta Camollia sulla via Fiorentina mentre nel 1898 e il 1903 il Monte dei Paschi promuove quattro concorsi a premi per il restauro di case di operai al fine di “promuovere il benessere della città di Siena”.
Il quartiere in cui si riscontrano le peggiori condizioni igienico sanitarie è, oltre a quello di Via del Comune, il rione di Salicotto, zona centralissima della città adibita in età moderna a Ghetto ebraico (1571-1796). Il recupero di Salicotto inizia nel 1928 quando, in piena età Fascista si decide di demolire e ricostruire, secondo i nuovi canoni urbanistici, buona parte dei suoi edifici.
Si tratta di interventi molto invasivi anche se motivati da esigenze di decoro, di salute e di passaggio che vengono ampiamente giustificabili con la percezione architettonica del tempo secondo cui era necessario mettere in evidenza solo gli edifici più belli, isolandoli da ciò che li circondava.La ricostruzione più che imitare, allude all’architettura medievale della città senza possibilità di confondersi come invece può avvenire al cospetto di qualche mimetico restauro ottocentesco.