Descrizione
Il palazzo nasce in seguito al concorso indetto dalla Cassa di Risparmio di Pistoia nel 1897 per la realizzazione di una sede adatta ad accogliere gli uffici della banca. Nel bando veniva specificata la richiesta di un’architettura che riprendesse lo stile dei palazzi fiorentini della seconda metà del XV secolo e l’utilizzo di materiali locali quali la pietra serena e il laterizio. Questa scelta stilistica è indicativa del forte revival stilistico tipico della fine dell’800 che associava alla funzione dell’edificio uno specifico stilema storico. L’immagine del palazzo realizzato dall’architetto bolognese Tito Azzolini richiama alla memoria palazzo Strozzi grazie al paramento murario in bugnato, i portali, le bifore, il cornicione ma vengono introdotti anche elementi di novità come il fregio policromo a coronamento della facciata. Per la realizzazione dell’edificio, terminata nel 1905, viene demolito il quartiere medievale di San Matteo per consentire all’edificio di ergersi nella sua volumetria compatta e di distinguersi dal tessuto edilizio circostante. Dal portone principale si accede all’atrio separato dal porticato interno tramite tre arcate: esso circonda una corte coperta da un lucernario, realizzato in ferro battuto dall’Officina Michelucci (così come le inferriate del piano terra). Al piano terra erano dislocati gli ambienti riservati alle operazione dei correntisti, mentre uno scalone posto a destra del vestibolo porta alle sale del primo piano dove è possibile ammirare il primo grande ciclo di pittura murale realizzato da Galileo Chini ed anche uno dei primi esempi di decorazione liberty in Pistoia e in Italia: Chini alterna figure di ispirazione medievale a repertori neo-cinquecenteschi, fregi con putti che sorreggono festoni, piumaggi di pavoni. La decorazione pittorica venne completata intorno agli anni trenta sul modello chiniano dal pittore pistoiese Luigi Mazzei.